Un Sabato speciale con Aidp Marche

Sabato 16 Ottobre abbiamo avuto il piacere di partecipare ad un “evento nell’evento”: Aidp Marche all’interno della rassegna di “The Resilience of Art”, che ospita sia l’omonima mostra del maestro Carlo Iacomucci sia ulteriori attività culturali curate della Residenza Anziani Collegio Pergolesi Odv.

L’evento ha accolto ospiti in presenza all’interno dello splendido Palazzo Bisaccioni a Jesi ed è stato accessibile in diretta streaming, generando oltre 2400 visualizzazioni.

L’occasione di confronto, promossa da Aidp Marche con la Presidente Marzia Benelli e da Enrico Carrescia, past President Aidp Marche, ha unito diversi mondi in un approccio multidisciplinare – accademico, aziendale e del terzo settore – per contribuire ad offrire idee e risposte nuove in un mondo nuovo.

“Una mostra potrebbe sembrare apparentemente distante dal mondo dell’impresa” dichiara il Prof. Domenico Bodega, Faculty of Economics dell’Università Cattolica “invece è proprio nell’espressione artistica che si innescano sinergie ed energie in grado di costruire un cantiere nuovo di bellezza e resilienza”.

In un mondo che ha bisogno di ricomporre equilibri tra spazi di vita lavorativa e vita personale data l’incertezza dominante, l’Arte ci dona la possibilità di immaginare nuovi modi di vivere. Soprattutto è in grado di infonderci coraggio per recuperare una dimensione veramente umana e guardare a nuovi orizzonti di bellezza e libertà.

Monica Cavicchioli è Vice President & Human Resources Director della Comunità Terapeutica Rosa dei Venti Onlus che si occupa di disagio giovanile. Il suo è un osservatorio speciale perché accoglie adolescenti con disturbi di personalità; il suo intervento pone l’accento sulle conseguenze delle restrizioni della pandemia.  Esse hanno messo a dura prova le relazioni, spingendoci a cambiare. Dunque la crisi può rappresentare un momento evolutivo, evidenziando la necessità di spostarci da una visione narcisistica alla qualità del legame, con un maggiore senso di reciprocità, empatia e senso estetico.

Spostando il focus dal terzo settore al mondo aziendale, il lavoro da remoto ed i nuovi assetti ibridi hanno influenzato il relazionarsi all’interno di team impattando su delicati equilibri e dinamiche fondamentali. Oggi al management viene richiesta l’abilità di reinterpretare i cambiamenti e integrarli in una cultura aziendale in grado di generare nuovi modelli organizzativi

Di questo aspetto ci parla Isabella Covili Faggioli Past President di Aidp Nazionale – riflettendo su tre aspetti fondamentali della nuova dimensione lavorativa post pandemica: una rinnovata attenzione alle persone, la necessità di riscoprire la dimensione della relazione e l’ascolto. Tutti e 3 elementi essenziali ma interdipendenti dove davvero la persona possa essere al centro. Inoltre, la diversità intergenerazionale può aiutare anche la componente di business: assumere e sviluppare talenti diversi, coltivare una cultura di appartenenza può creare ambienti inclusivi dove le persone “stanno bene”.

A proposito di facilitare il processo di cambiamento, che ci porti ad abbracciare un set di valori nuovi, è significativo l’intervento di Stefania Cimino, manager (President & CEO) che ha contribuito in prima persona a ridisegnare la scala valoriale della sua azienda, la Roland DG Mid Europe. Il grande cambiamento è stato quello di mettere i bisogni emotivi delle persone al centro, garantendo nella distanza fisica, un’esperienza umana, nel senso più positivo di confronto e dialogo tra le persone.  Da qui l’imparare dalla difficoltà a lavorare in modo agile per accompagnare il change management ed un clima aziendale non soltanto produttivo, ma anche accogliente e fiducioso. Aiutare le organizzazioni a diventare resilienti parte dal riconoscimento delle persone resilienti in azienda e nella loro valorizzazione. Resilienza può significare anche alzare l’asticella delle performance per riprogettare il futuro in ottica creativa.

La sua testimonianza, come leader d’impresa, ci permette di cogliere una rivoluzionaria sfida del futuro dove i Manager sono chiamati ad accompagnare i propri collaboratori all’interno del percorso di trasformazione valoriale.

Francesco Ferretti, Founder e CEO di Bell & Ruev, nel suo intervento conferma la prospettiva di cambiamento in atto. Il mondo della consulenza aziendale è un buon osservatorio per guardare ai nuovi modelli organizzativi emergenti: il Covid-19 non è stato solo un acceleratore della trasformazione digitale, ma l’ha resa inevitabile e urgente, anche laddove era ancora in una fase molto acerba. Le aziende si sono trovate nell’impellente necessità di digitalizzare, frammentare e destrutturare processi che fino a un secondo prima erano stati lineari, accentrati e “fisici”. In un mondo del lavoro in cui le dinamiche aziendali stanno cambiando è importante rafforzare anche valori intangibili come fiducia e senso di appartenenza. Considerando una cosa importante: sempre più le interazioni avvengono a distanza, e questo modello è destinato a consolidarsi nel tempo.

In questo senso è importante sfruttare la forza dei Big Data e tecnologia, nonché instaurare una maggiore convergenza tra fisico e digitale, grazie all’integrazione dell’AI.

Engagement è la parola chiave. Molti dipendenti infatti hanno percepito un allontanamento dall’azienda, dalla propria quotidianità lavorativa e dai colleghi: farli sentire ascoltati ed accogliere i loro feedback può essere fondamentale per mantenere alta la fiducia verso l’azienda.

E’ inoltre cambiato il ruolo di tutti perché il mondo del lavoro è cambiato: in una logica di Integration Management varecuperato il valore delle competenze chiave dove i talenti possano sentirsi valorizzati per sviluppare nuove skills integrate con l’innovazione digitale.

Monica Cavicchioli in conclusione, si sofferma su come ci possano essere tanti futuri che rispecchiano la complessità di oggi. Siamo e saremo diversi. Anzi Nuovi.

Si tratta di avere un mindset flessibile e capace di adattarsi velocemente sostituendo la paura del nuovo con una nuova organizzazione e visione. Certamente il dialogo sul futuro deve nutrirsi di un’”educazione estetica” che ci fa so- stare davanti una nuova opera d’arte non più individuale ma collettiva, per sognare insieme un nuovo futuro.

L’incontro di sabato 16 Ottobre ha voluto rappresentare questa multidimensionalità della bellezza, dove il futuro potrà essere una sfida avvincente e vincente.

Siamo davvero davanti a una grande opportunità, quella di creare un mondo migliore, ognuno dalla propria prospettiva.

Florianne Formica

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